Palestina/ Silenzio stampa

Luisa Morgantini, già vicepresidente del Parlamento europeo, animatrice di tutte le iniziative per i diritti del popolo palestinese e per la Pace degli ultimi 40 anni, delle Donne in nero, presidente di Assopace Palestina, denuncia il colpevole silenzio della stampa ufficiale che non diffonde le notizie sulle violenze Israeliane particolarmente efferate in questi giorni. Ecoinformazioni da sempre sostiene i diritti del popolo palestinese, cercando – nel suo piccolo – di sostenere e promuovere iniziative in grado di fornire elementi di informazione e comprensione sulla realtà della Palestina. Per questo ringrazia Luisa Morgantini per il suo instancabile impegno per i diritti negati e calpestati, anche in questi giorni.

«Ai direttori dei media Italiani, giornali, radio e tv. I fatti contano, perché non si raccontano? Da ormai alcune settimane, dopo che fanatici coloni (illegali) israeliani si sono riversati nella parte Est di Gerusalemme (occupata militarmente da Israele) al grido di “morte agli arabi”, si susseguono scontri tra palestinesi, coloni, esercito e polizia israeliana. Nel silenzio quasi generale dei nostri media.
Naturalmente ad avere la peggio sono sempre i palestinesi: picchiati, centinaia feriti, molti arrestati, così come israeliani pacifisti o deputati come Ofir Cassif (ebreo israeliano eletto nella lista di Hadash- Joint List).
Venerdì a Sheik Jarrah (quartiere palestinese di Gerusalemme Est, da anni sotto il tiro dei coloni con l’assenso delle autorità israeliane) palestinesi ed israeliani pacifisti, che ormai da molti anni manifestano per protestare contro la forzata evacuazione di famiglie palestinesi dalle loro case (di cui sono legittimi proprietari, come dimostrato dai documenti di proprietà consegnati dalle autorità giordane), sono stati attaccati dalla polizia israeliana (un ufficiale ha rotto gli occhiali del deputato Cassif), altri sono stati feriti ed alcuni arrestati. Inoltre, sono stati aggrediti migliaia di palestinesi riunitisi per la preghiera del Venerdì sera e poi trattenutisi nella Moschea di Al Aqsa per protestare contro la recente sentenza della Corte che ha dato via libera all’evacuazione di famiglie palestinesi e per la quale è stato presentato ricorso alla Corte Suprema che si riunirà lunedì 16. Il giornale israeliano Haaretz riporta che “almeno 205 palestinesi, di cui 88 ricoverati in ospedale, e 17 poliziotti sono stati feriti”.
Mi sarei aspettata titoli da prima pagina nei nostri giornali di sabato, invece nessun accenno su questi gravi fatti che sono stati denunciati dall’ Unione Europea, dal portavoce ONU della Commissione per i Diritti Umani, dal governo giordano e da molti altri.
Se tutto ciò fosse successo in altri paesi, avremmo visto fiumi di notizie, nei media e nelle Tv.
Ma forse i palestinesi sono figli di un dio minore, o, più semplicemente, se si raccontasse la verità sulle violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale commesse da Israele si potrebbero temere rappresaglie e si potrebbe essere accusati di antisemitismo (atteggiamento a cui bisogna giustamente opporre resistenza) o ancor più semplicemente si applicano due pesi e due misure per quei paesi che si considerano alleati “occidentali”?». [Luisa Morgantini già vice presidente Parlamento europeo, presidente AssopacePalestina]

Seconda lettera

Ai  direttori, giornalisti, corrispondenti, ai responsabili esteri dei nostri media italiani. Un giornalismo serio fa ricerca di verità e scende da cavallo!

Vorrete perdonarmi se solo ieri vi ho inviato una lettera, per denunciare il fatto che quasi tutti i media, tranne qualche lodevole eccezione come il Manifesto , non davano risalto o notizia dei gravi avvenimenti che si stanno protraendo dal 13 aprile a Gerusalemme Est.

Oggi  ve ne scrivo un’altra,  prometto che non diventerò un assidua scrittrice di lettere aperte rivolte ai media italiani per sollecitare un giornalismo di ricerca di verità. 

Mi fermerò qui, ma  vi pregherei però di leggere questa mia e in qualche modo di rispondere alle affermazioni e interrogativi che vi sono contenuti.

Oggi vedo che i media ed anche ieri le tv  hanno dato notizia dei feriti negli scontri a Gerusalemme Est.

Nessuno riporta però  ciò che le Nazioni, Unite, l’Unione Europea  e il nostro governo continuano a denunciare Israele per la violazione della legalità internazionale ed a ribadire che Gerusalemme Est è  occupata militarmente da Israele fin dal Giugno  1967 e che dovrebbe essere una città condivisa  per due popoli e due stati. Ma Gerusalemme continua ad essere militarmente occupata  ed i palestinesi di Gerusalemme non hanno un passaporto, sono considerati residenti temporanei nelle loro case, non vengono concessi permessi loro permessi di costruire nuove case, da anni vengono scacciati e deportati. Basterebbe che i  giornalisti e i corrispondenti  leggessero i documenti  Onu dell’ Ocha o guardassero i video e le denunce delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani israeliani da BetSelem, a Ir Amin ad Hamoked, che parlano del sistema di apartheid instaurato da Israele. Naturalmente lo affermano e soprattutto lo vivono sulla loro pelle i palestinesi e le loro organizzazioni per i diritti umani.

Nelle corrispondenze da Gerusalemme si parla della protesta dei palestinesi per “case contese”, nei documenti e nella realtà le case  dalle quali le famiglie palestinesi sono state evacuate o che stanno per essere evacuati d a Sheik Jarrah  sono di loro proprietà. Erano state costruite dall’ Unrwa per i  profughi palestinesi che si sono riversati su Gerusalemme Est dopo che erano stati cacciati da quella che fino al 14 maggio 1948, data della fondazione dello Stato d’Israele, si chiamava Palestina.

La rivolta  di Sheik Jarrah è una rivolta contro l’occupazione militare israeliana, è una rivolta non solo per non essere cacciati dalle loro case ma per riuscire ad essere liberi  cittadini nella loro terra e non ospiti che possono essere cacciati ad ogni momento, e scalda l’anima sapere che giovani e non giovani israeliani a  Sheik Jarrah, sono al fianco dei palestinesi per dire no all’occupazione e ai coloni.

Perché non raccontate chi sono i coloni? Delle loro aggressioni quotidiane contro  le persone, le case, le greggi, gli alberi,  del furto di terra, acqua risorse in tutta la Cisgiordania, eppure le notizie ci sono , sono su tutti i social e nei documenti ufficiali delle Nazioni Unite.

Perché non dite che nel parlamento israeliano sono entrati estremisti  fondamentalisti che sostengono che i palestinesi devono essere tutti cacciati per far posto alla grande Israele?

Perché non raccontate degli arresti e abusi dei minori, delle migliaia di palestinesi incarcerati, della pratica della detenzione amministrativa?

Perché non trasmettete le immagini della violenza dei soldati contro pacifici manifestanti o delle incursioni notturne nelle case?

Perché non mostrate film e documentari  di registi palestinesi  ma anche israeliani e internazionali?

Potrei continuare all’infinito sulle ingiustizie subite dai palestinesi?

Ma certamente sapete tutto questo e allora  perché non ne parlate e vi rendete complici delle violazioni della legalità internazionale e dei diritti umani commessi da parte dello Stato Israeliano? [Luisa Morgantini già vice presidente Parlamento europeo, presidente AssopacePalestina]

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