Per la pace globale a un anno dall’Ucraina

Circa 150 persone si sono riunite in piazza Grimoldi a Como il 25 febbraio, un anno e un giorno dopo l’inizio della guerra russo-ucraina, per dare voce al pacifismo, alla richiesta di trattative per il cessate il fuoco e all’opposizione a quello ma anche a tutti gli altri conflitti che imperversano nel mondo.

L’iniziativa, caratterizzata dalla forte verve umanitaria delle tante persone che hanno letto poesie, cantato, recitato brani contro la violenza, nasce da un’analisi politica ben precisa. Il presidio infatti è stato lanciato in continuità con il Forum provinciale per la pace del gennaio precedente; ciò gli ha conferito un «perimetro politico», come lo ha definito Abramo Francescato, uno degli organizzatori, molto chiaro. Opposizione al nucleare, all’egemonia imperialista della Nato e all’uso della violenza per risolvere i conflitti erano le tre direttrici della manifestazione.

Su un altro versante, invece, la volontà di rappresentare le persone innocenti che pagano sulla propria pelle il conflitto: non solo le esistenze di russi e ucraini (ma anche palestinesi, siriani, e di tante altre genti) sconvolte dalle bombe e dalla morte, ma anche le “vite normali” di chi, anche in Occidente, vede aumentare l’insicurezza rispetto al futuro ed impennarsi il costo della vita e dei beni di prima necessità proprio in conseguenza dell’escalation bellica. Chiarissimo, in questo senso, è stato Sandro Estelli, intervenuto in rappresentanza dei tre sindacati confederali, che ha rilevato come per via della guerra una vita dignitosa stia diventando un privilegio per sempre più persone.

Il Coordinamento comasco per la pace, tra i promotori della manifestazione (insieme a tutte le realtà che in questi anni hanno dato vita al Mese della Pace in provincia di Como), è riuscito a coordinare la dimensione più eminentemente politica e quella più viscerale-umanistica che ha portato, da un anno a questa parte, migliaia (ma non abbastanza) persone in piazza per gridare il convinto “no” della società civile alla guerra. La piazza comasca è stata allora occasione per rilanciare il percorso pacifista territoriale che, a più di dodici mesi dall’avvio delle ostilità a Kyiv/Kiev, avrà un momento cruciale per significato simbolico e politico nella Marcia della Pace del 26 marzo.

[Pietro Caresana, ecoinformazioni]

Presto online i video di tutti gli interventi dell’iniziativa, fatti da Michela Borghi, ecoinformazioni

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